''La consapevolezza è il viaggio di tutta una vita su un cammino che alla fine non porta da nessuna parte: solo a scoprire chi sei.''

Gary Moore – Still Got the Blues: storia di un capolavoro

🎸Scopri la storia e le curiosità dietro Still Got the Blues di Gary Moore, l’inno malinconico che ha reso immortale il chitarrista irlandese.

RETROSOUND

max giudici

7/1/202515 min leggere

a guitar Gibson that is sitting on a table
a guitar Gibson that is sitting on a table

🎸 Still Got the Blues – La rinascita artistica mozzafiato di Gary Moore

C’è musica, e poi c’è musica: quella capace di scavare sotto pelle, di farti emozionare ogni volta come se fosse la prima. Still Got the Blues, il decimo album in studio di Gary Moore e soprattutto la sua prima dichiarata “opera blues”, non è solo un disco: è un tuffo profondo nell’anima di un artista che aveva perso la bussola, per ritrovarla nei suoni caldi e autentici del blues.

1. Il contesto: dal metal al blues

All’inizio degli anni '80, Gary Moore è l’icona del rock duro: membro di Thin Lizzy, chitarrista virtuoso, iconico per virtuosismi e assoli incendiari. Ha alle spalle album hard rock di successo e collaborazioni prestigiose (G‑Force, Colosseum II, Greg Lake…). Ma dentro di lui, qualcosa non torna.

Come racconta in un’intervista del 1990 a Guitar Player:

“…solo un anno fa ero un metalhead convinto… avevo il dubbio che la mia carriera nel metal fosse in una strada cieca. In Svizzera, col mio manager, mi sono detto: «Voglio fare un disco blues, è la musica che ho sempre amato fin da ragazzo…»”

L’idea era un azzardo totale: voltare pagina, lanciarsi nel blues elettrico, reintrodurre la spontaneità e il feeling al centro del suonare. I discografici, a sorpresa, gli diedero carta bianca. Il risultato? Una delle svolte più radicali e riuscite nella carriera di un chitarrista rock.

2. Nascita del progetto: suoni, ospiti e scelte estetiche

Data di uscita: 26 marzo 1990 (Virgin Records)
Produttori: Gary Moore e Ian Taylor

Il disco non è una raccolta di cover mal cucite: è una selezione attenta, un mix di pezzi suoi (“Moving On”, “Texas Strut”, “Still Got the Blues”) e di brani blues classici (“Walking By Myself”, “As the Years Go Passing By”, “Oh Pretty Woman”). Non a caso tra i collaboratori spiccano leggende del blues: Albert King, Albert Collins, oltre – su un brano – George Harrison

L’album prende corpo in sessioni intense, live e ruspanti.

Don Airey ricorda:

“Abbiamo registrato pezzi su pezzi… 47 take buttate via, piene di assoli incredibili. Non si sentiva mai fosse lo stesso”

Brian Downey (batterista) aggiunge:

“Appena ho sentito le prime registrazioni sono rimasto a bocca aperta… autentici pezzi blues, con standard altissimo”

Joe Wooler, A&R Virgin, descrive la scelta di ingaggiare i “veri mostri” del blues:

“Albert Collins in 3 take ha registrato ‘Too Tired’. Albert King arrivò all’alba in hotel, andammo subito in studio...”

3. Il suono – uno stile unico, autentico e potente

Non solo canzoni giuste, ma anche suono giusto. In Guitar World viene spiegato:

  • Gary utilizzò una Gibson Les Paul del 1959, soprannominata “Stripe”, che sarebbe diventata la sua chitarra identitaria .

  • La catena rig comprendeva un ampli Marshall JTM45 (prototype) e un pedale Marshall Guv’nor come fonte principale di overdrive .

  • Il tono: vicino al “woman tone” di Clapton, caldo e cristallino, ma con un boost di suono moderno, alto sustain e corpo pieno, con un leggero chorus (probabilmente Roland Dimension D) .

Un suono che unisce spessore rock a feeling acustico, rispettando le radici senza tradirle.

4. Brano per brano, emozione su emozione

1. Moving On
Parte con energia, piano honky-tonk e slide vibrante: Moore dichiara subito la sua nuova identità. Un blues-rock furioso, con inserti di fiati che danno aria e groove .

2. Oh Pretty Woman (cover)
Non è la versione popolare di Roy Orbison, ma un omaggio a un bluesmen omonimo, interpretato in duetto con Albert King. Un vero momento di passione armonica .

3. Walking By Myself (cover)
Ritmo deciso e assoli prorompenti: la perfetta fusione tra Moore vecchio e nuovo, che rispetta la tradizione ma non rinuncia a sé stesso.

4. Still Got the Blues (For You) (originale)
Il brano è il cuore dell’album: ballad di sei minuti densa di ricordi, nostalgia, ricerca di un amore perso, colori e luci di un addio, dipinti su pentole calde di suono. Arrivò come singolo, raggiunse la 31ª posizione in UK e la 97ª nella Billboard Hot 100, unica comparsata di Moore in questa classifica .

5. Texas Strut
Chitarre taglienti, organo profondo, ritmo alla ZZ Top: un’interpretazione moderna del sudista con qualità da boogie.

6. Too Tired (cover)
In una jam improvvisata con Albert Collins. Un riff minuto e preciso, ma con tutta l’energia che solo due mostri del blues sanno dare .

7. King of the Blues
Slow blues con colonna di fiati: concentrato di resa sonora, perfetto per ritrovare la chitarra di Moore in dimensione soul .

8. As the Years Go Passing By (cover)
Sospeso, riflessivo, quasi vagamente gospel – classic blues con hammond, fiati e sospensione melodica .

9. Midnight Blues
Chiusura perfetta: lo-fi, notturno, ipnotico. Assolutamente genuino e lontano dagli eccessi hard rock .

Nei copyright, anche “That Kind of Woman” con George Harrison fu inserita su CD e cassette; la versione vinile europea aveva solo nove tracce .

5. Riscontro commerciale e critica

Classifiche e certificazioni:

  • Album: n.1 in Finlandia, top 20 in Giappone, Germania, Olanda; n.83 in USA – certificato Gold RIAA (novembre 1995), Platinum UK (settembre 1994) .

  • Stima vendite: fino a 3 milioni di copie nel mondo .

  • Singolo omonimo: top 40 UK, unico brano di Moore nella Billboard Hot 100 .

Critica:

  • UDiscovermusic definisce l’album “bestseller rispetto alla sua intera carriera” e “la prima volta in cui Gary ha abbandonato l’hard rock per un suono più melodico e bluesy” .

  • MusicRadar parla di “revision”, di disco “stripped down”, e sottolinea che il blues autentico è “fottutamente difficile da suonare” .

  • Loudersound evidenzia la qualità degli assoli e l’effetto emotivo nei concerti: molte proposte di matrimonio proprio durante “Still Got the Blues” .

6. Controversie e curiosità

  • Disputa sul plagio: la Corte di Monaco nel 2003 dichiarò che l’assolo del brano omonimo ricordava “Nordrach” (1974) dei tedeschi Jud’s Gallery. Grava una sanzione addebitata, senza intenzioni dolose .

  • Chitarra leggendaria: la Les Paul ’59 “Stripe” – usata dal ’88 e fino alla morte – divenne iconica, tanto da essere venduta dalla famiglia Moore .

  • Tono e tecnica: completi in una combinazione guadagno-pickup-intensità-chords che contribuirono a ispirare bands come Metallica .

7. Eredità e riflessi

L’album lanciò una nuova stagione blues per Moore: pubblicò After Hours nel 1992 (con ospiti B.B. King, Albert Collins), seguito da tour e dal live Blues Alive (1993) .

Per molti è il suo testamento artistico, il vero esordio nel blues.

Anche dopo, seppur sperimentando con dance e pop, sempre tornò al blues fino alla sua tragica morte nel 2011, durante una vacanza in Spagna (2 febbraio) .

Oggi, Still Got the Blues resta un monolite emotivo nella storia del rock/blues: un capolavoro che parla di fragilità e riscatto, suonato con cuore oltre che con tecnica.

📖 Conclusione: perché ascoltarlo adesso

  1. Rinascita artistica – un album che ha ridisegnato una carriera.

  2. Autenticità totale – registrazioni live, ritmi spontanei, ospiti “veri”.

  3. Tono inimitabile – la Les Paul ’59 e quel mix di suono caldo e moderno.

  4. Emozione pura – assoli che parlano all’anima, non solo alla mano.

Perfetto per chi ama le storie di trasformazione, che vanno oltre il virtuosismo. Se ami la chitarra con sentimento, questo è un disco da tenere nella vita

Vuoi rivivere quella magia?

🎧 Se non hai mai ascoltato Still Got the Blues come si deve, fallo con calma, in cuffia, e al buio. Fidati.

E se sei un appassionato, o vuoi semplicemente avvicinarti a uno dei dischi blues più intensi di sempre, ecco qualche suggerimento:

👉 Ogni acquisto tramite questi link supporta il mio lavoro di divulgazione musicale, senza costi aggiuntivi per te. Grazie!

Gary Moore
Gary Moore

🎹 Chi è Don Airey?

Donald Smith Airey, nato il 21 giugno 1948 a Sunderland (Inghilterra), è un tastierista e compositore con una formazione classica iniziata a 7 anni. Ha studiato al Nottingham University e al Royal Northern College of Music, maturando poi la sua carriera su navi da crociera e in numerosi club.

1. Formazione & primi passi

  • Laurea in musica e diploma in pianoforte classico.

  • Attivo dagli anni ’70, suona in band come Cozy Powell’s Hammer (1974) e Colosseum II (1975–78), dove incrocia Gary Moore.

  • Session man su album importanti, ad esempio Never Say Die! dei Black Sabbath (1978).

2. Collaborazioni iconiche

  • Rainbow (1979–82): prende il posto di Jon Lord, suonando su Down to Earth e Difficult to Cure.

  • Ozzy Osbourne (1980–83): partecipa a Blizzard of Ozz, Bark at the Moon e Speak of the Devil.

  • Gary Moore (1989–97): presenza fissa con tastiere in album e performance, compreso Still Got the Blues e il live di Montreux.

  • Altri: Jethro Tull, Whitesnake, Judas Priest, Black Sabbath, Brian May, Andrew Lloyd Webber e molti altri.

3. Deep Purple: un erede di Jon Lord

Dal 2002, Don è il tastierista dei Deep Purple, succedendo al leggendario Jon Lord. Contribuisce a una nuova era della band, mantenendo vivo lo stile Hammond e aggiungendo personalità.

In interviste, ha raccontato che cercare di imitare Lord sarebbe stato un errore: ha scelto di portare il proprio stile pur rispettando il sound storico della band.

4. Stile e strumenti

  • Usa principalmente Hammond A‑100 con Leslie 122, pianoforti Yamaha e Kurzweil, Moog Voyager e molti synth e pedali.

  • Lo stile unisce virtuosismo classico, passione blues, prog e hard rock: un suonatore completo e adattabile.

5. Carriera solista

Don ha anche pubblicato album da solista, che mostrano la sua versatilità:

  • K2 (1988)

  • A Light in the Sky (2008)

  • All Out (2011)

  • Keyed Up (2014)

  • One of a Kind (2018)

  • Nuovo album: “Pushed To The Edge” in uscita il 28 marzo 2025, con ospiti come Simon McBride, Carl Sentance e Mitchell Emms.

6. Curiosità & aneddoti

  • Ha recentemente dichiarato di aver suonato anche il basso in Painkiller dei Judas Priest (1989), sfruttando un Moog bass.

  • È diventato artista ufficiale Steinway & Sons, suonando i loro pianoforti d’epoca.

  • Sta completando la sua autobiografia: vuole raccontare aneddoti divertenti, non drammi, e ha già deciso di finirla entro fine 2025.

  • I chitarristi lo trovano… un po’ insicuro. Dice che un tastierista dev’essere un facilitatore che dà spazio al chitarrista e al resto della band.

7. Eredità musicale

Don Airey è uno dei tastieristi più registrati nella storia del rock, con più di 300 album e tournée in cinque decenni. È riconosciuto per il suo suono profondo, espressivo e al contempo potente. Nel 2013 è entrato nella Keyboard Magazine Hall of Fame.

Dave Ling, su Louder, lo definisce un virtuoso che ha influenzato rock, prog, blues e fusion, e che oggi resta altamente creativo, combinando rigore classico e improvvisazione.

🎯 In sintesi

Don Airey è la perfetta sintesi di tradizione e innovazione: un tastierista formato nella musica classica, che ha attraversato rock, blues, prog e metal con autentica passione. Dalle crociere degli anni ’70 ai palchi di Deep Purple, con le sue note ha influenzato sonorità e stili.

🥁 Chi è Brian Downey?

  • Nome completo: Brian Michael Downey

  • Nato a: 27 gennaio 1951, Crumlin (Dublino), Irlanda .

  • Genere musicale: Hard rock, blues rock, heavy metal

  • Carriera attiva: dal 1967 a oggi .

Downey è stato il fondatore e unico membro stabile di Thin Lizzy accanto a Phil Lynott dal 1969 al 1983 .

🎶 Primi passi e formazione

  • Cresciuto in una famiglia dove il padre suonava nella banda locale di cornamuse, Brian iniziò prestissimo con una batteria grazie a un kit di base sotto l’albero di Natale all'età di 10–11 anni .

  • Ha studiato nella Fintan Lalor Pipe Band e ha suonato in gruppi scolastici: The Liffey Beats, Mod Con Cave Dwellers, The Black Eagles (con Phil Lynott) .

  • Con Lynott ha fondato Thin Lizzy insieme a Eric Bell, diventando la colonna ritmica della band ﹘ il metronomo perfetto per le evoluzioni rock e blues del gruppo.

🎤 Lavoro con Thin Lizzy

  • La twin guitar e il sound “hard rock con groove” della band sono in gran parte merito del contrappunto tra batteria e chitarre .

  • Downey ha contribuito alla scrittura di diversi brani e ha suonato in ogni album ufficiale tra il 1970 e il 1983 — un'era di innovazione ritmica e sperimentazione (riff, ritmi irregolari e assoli doppi) .

🤝 Collaborazioni con Gary Moore

  • Ha suonato con Moore già nel 1974 e di nuovo in varie fasi della carriera, inclusi tour e registrazioni.

  • Era dietro le pelli in “Parisienne Walkways” (1979), con Lynott alla voce e basso .

  • Nel 2007 partecipa all’album "Close as You Get" di Gary Moore, suo ultimo lavoro con Downey .

  • Dopo la morte di Moore nel 2011, ha dichiarato:

    “I am in total shock. I have known Gary since 1967 … he’s been an amazing friend ever since.”

    «Sono completamente sotto shock. Conosco Gary dal 1967… da allora è sempre stato un amico straordinario.»

🛠️ Lo stile e l’attrezzatura

  • Il suo stile fonde precisione jazz/blues (ispi­rato da Elvin Jones, Max Roach, Buddy Rich) e implacabile groove rock .

  • Attualmente suona un kit Tama Starclassic con doppia grancassa, tom, hi-hat Zildjian e piatti vari .

  • Usa bacchette personalizzate 5B firmate Wincent .

  • In studio, è attento al suono naturale, seguendo indicazioni degli ingegneri per ottenere il miglior mix tra risonanza e punch .

🎸 Vita dopo Thin Lizzy

  • Ha partecipato a tributi per Lynott e Moore, e ci ha riprovato con Thin Lizzy in vari reunion tour (2010–13) .

  • Nel 2016 ha fondato Brian Downey’s Alive and Dangerous, band che rivisita in chiave moderna il patrimonio di Thin Lizzy .

  • Ha dichiarato l’intenzione di registrare nuova musica originale in futuro, pur restando immerso nel dna Lizzy durante i live .

🎧 Eredità e riconoscimenti

  • È considerato uno dei batteristi più sottovalutati del rock ’70–’80, in grado di mixare tecnica e feeling con grande eleganza .

  • Influenza tuttora band metal, hard rock e blues per i suoi groove dinamici e la capacità di costruire senza sovraccaricare .

  • Rimane un punto di riferimento nel ritmo, tanto da essere scelto per registrazioni con leggende del rock.

🎙️ Chi è John Wooler?

  • Posizione: A&R, produttore e dirigente alla Virgin Records (UK e U.S.) e fondatore di Point Blank Records

  • Carriera:

    • Ricopre ruoli da Deputy Head of A&R presso Virgin UK (1984–1994) e Senior VP a Virgin US (1994–2003) .

    • Nel 1989 ha fondato Point Blank Records, etichetta specializzata in blues, soul e americana, incubatrice per artisti del calibro di Albert Collins, John Lee Hooker, Van Morrison .

🧩 Ruolo in Still Got the Blues e Gary Moore

  • Wooler ha avuto un ruolo strategico come A&R per Gary Moore presso Virgin Records, inclusa la produzione del disco Still Got the Blues (1990), che ha raggiunto lo status multi‑platinum .

  • Grazie al suo coinvolgimento, l’album ha avuto garanzie di distribuzione e supporto promozionale sui mercati UK e USA, conferendo al progetto credibilità e visibilità.

🎧 Connessione con la scena blues

  • Con Point Blank ha portato in etichetta artisti come Albert Collins, che compare su Still Got the Blues (in “Too Tired”) .

  • L’attenzione di Wooler alle radici del blues è evidente nel sound genuino e nelle collaborazioni live-come in studio, tra King, Collins e Moore .

✅ Perché è importante

  1. Visione artistica: Wooler ha creduto nella svolta blues di Moore, convinto che fosse un rischio ben fondato.

  2. Network e professionalità: grazie alla sua influenza è riuscito a coinvolgere leggende autentiche come Collins e King.

  3. Successo commerciale e critica: l’album ha venduto milioni di copie, è stato certificato gold/platinum ed è considerato un pilastro della blues rock moderno .

🔚 In sintesi

John Wooler è la figura dietro le quinte che ha trasformato Still Got the Blues in un progetto autentico e di successo. Non era un ingegnere in studio né un musicista sul palco, ma il suo ruolo da A&R visionario e fondatore di Point Blank Records è stato decisivo per la qualità, le collaborazioni e la direzione del disco.

🎸 Chi era Albert Collins?

  • Nome completo: Albert Gene Collins (1 ottobre 1932 – 24 novembre 1993) .

  • Soprannomi: “The Ice Man”, “Master of the Telecaster” .

  • Ruolo: Cantante e chitarrista elettrico blues – noto per un suono potente, sincero e unico .

🧠 Biografia e formazione

  • Nato nel cuore del blues texano (Leona, Texas), si avvicinò alla chitarra da giovanissimo, ispirato da suo cugino Lightnin’ Hopkins .

  • Iniziò la carriera suonando piano e poi chitarra, passando per gruppi locali come i Rhythm Rockers, con i quali registrò brani popolari a Houston nella fine degli anni ’50 .

🛠️ Suono e tecnica distintivi

  1. Tuning particolare: accordava la chitarra in F‑minore aperta (FCFA♭CF) con un capotasto al 5°, 6° o 7° tasto, per ottenere un timbro unico .

  2. Attacco aggressivo: suonava senza plettro, usando pollice e indice, dando vita a uno stile ritmico e percussivo .

  3. Presenza scenica: durante i concerti spesso usciva tra il pubblico con il suo lungo cavo – continuando a suonare dal vivo a metà tra leggenda e showman .

📀 Carriera musicale e successi

  • Iniziò con successo nel 1962 grazie allo strumentale “Frosty”, che raggiunse buoni piazzamenti .

  • Negli anni ’60 pubblicò varie incisioni strumentali con titoli “congelati” (es. “The Freeze”, “Defrost”) e poi, su Imperial, albums pop come The Cool Sound of Albert Collins (1965) .

  • Dopo il trasferimento in California, firmò con Alligator Records nel 1978: l’album Ice Pickin' vinse premi al Montreux Jazz Festival e ottenne nomina ai Grammy .

  • Nel 1985 vinse il Grammy per il progetto Showdown! insieme a Robert Cray e Johnny Copeland .

  • Nel 1991 pubblicò Iceman per l’etichetta Point Blank/Virgin, consolidando la scena blues internazionale .

🎶 Collaborazione con Gary Moore

  • Compare nella traccia “Too Tired” sull’album Still Got the Blues, donando la sua chitarra e voce a un duetto memorabile con Moore .

  • È presente anche in compilation e live come The Best of the Blues (2002) .

🏆 Riconoscimenti & impatto

  • Indirizzato come grande innovatore del blues, ispiratore di molti, tra cui Stevie Ray Vaughan, Robert Cray, e Jimmie Vaughan.

  • Inserito nella Blues Hall of Fame (1989) e protagonista di performance memorabili come al Montreux Jazz Festival, Antone’s, Live Aid .

  • Rolling Stone lo ha classificato tra i migliori 100 chitarristi al mondo .

💔 Ultimi anni e legacy

  • Continuò a girare e incidere fino al 1993, nonostante una battaglia contro il cancro al fegato .

  • Morì a Las Vegas il 24 novembre 1993, all’età di 61 anni

  • La sua impronta musicale resta viva nei blues contemporanei, nei chitarristi di tutto il mondo e nel suono unico della sua Telecaster “gelido” e potente.

📌 Perché vale la pena scoprirlo

  • Sound unico e riconoscibile: un’efficace combinazione di tuning aperto, capotasto alto e fingerpicking percussivo.

  • Grande artista live: la sua performance era spettacolo tanto quanto musica—energico, imprevedibile, coinvolgente.

  • Test dell’autenticità blues: la sua collaborazione con Gary Moore dimostra l’autenticità della svolta blues, confermandone l’alto livello.

🎸 Chi era Albert King?

  • Nome vero: Albert Nelson (nato il 25 aprile 1923 a Indianola, Mississippi – † 21 dicembre 1992 a Memphis, Tennessee) .

  • Conosciuto come “King of the Blues Guitar” e soprannominato “The Velvet Bulldozer” per la combinazione di voce vellutata e imponente presenza scenica .

🧠 Le radici e il percorso

  • Cresciuto in una famiglia numerosa e trasferito in Arkansas a otto anni, dove ha lavorato nei campi e suonato musica gospel nella chiesa locale .

  • Autodidatta, ha iniziato con strumenti rudimentali come la diddley bow e una cigar box guitar.

  • Nel 1953 registra “Bad Luck Blues” a Chicago; successivamente si sposta a St. Louis e infine a Memphis, dove firma con l'etichetta Stax nel 1966 .

🎵 Suono e tecnica unici

  • Left-handed su right‑handed, suonava la sua Gibson Flying V (soprannominata “Lucy”) a testa in giù senza ritarare le corde, con tuning aperto (es. C‑F‑C‑F‑A‑D), corde spesse e bending estremi .

  • Suonava con il pollice e l’indice, creando un vibrato intenso e melodico; il suono risultante era potente, pieno di sustain, ma ricco di soul .

  • Le sue esibizioni erano affascinanti: un gigante sul palco con un tono aggressivo e un tocco sensuale .

📀 Album e canzoni leggendari

  • Born Under a Bad Sign (1967) – titolo e canzone diventati uno standard blues, entrati nella Blues Hall of Fame .

  • Live Wire/Blues Power (1968) – dal leggendario concerto al Fillmore West, toccando anche platee rock .

  • I’ll Play the Blues for You (1972) – pezzo title track che ha ottenuto un altro riconoscimento nella Blues Hall of Fame .

  • Altri lavori notevoli includono Laundromat Blues, Crosscut Saw, Blues for Elvis (1970), I Wanna Get Funky (1974) .

🌍 Influenza e riconoscimenti

  • Ha ispirato chitarristi come Eric Clapton, Jimi Hendrix, Stevie Ray Vaughan, Derek Trucks, Duane Allman, Mike Bloomfield, Mick Taylor e Gary Moore.

  • Considerato un “heavyweight con grazia”, aveva un approccio minimalista: poche note, ma cariche di significato .

  • Premiato con la Blues Hall of Fame nel 1983; inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2013 .

  • Rolling Stone lo ha inserito tra i 100 migliori chitarristi; la sua musica ha aperto le porte del blues a un pubblico più ampio, anche rock .

🔚 L’eredità di Albert King

  • Ha portato il blues del Mississippi nei grandi palchi rock, mescolando R&B e soul, diventando un ponte tra generazioni musicali .

  • La sua tecnica di bending e il vibrato profondo hanno ridefinito il modo di suonare la chitarra elettrica nel blues.

  • Ancora oggi è una figura di riferimento: la sua “Lucy” e il suo stile sono studiati da chitarristi di tutto il mondo.

🧐 Connessione con Gary Moore e Still Got the Blues

  • Albert King appare su Still Got the Blues nella traccia “Oh Pretty Woman”? No. L’unico vero ospite del calibro di King è Albert Collins; tuttavia, Albert King è stato una fonte di ispirazione diretta per Moore e il suo approccio al blues, specialmente nel modo di fondere sentimento e suono potente .

  • Il lavoro di King ha influenzato l’uso emotivo del bending e del sustain che si sentono in Still Got the Blues, anche se non ha partecipato direttamente.

🎤 Chi era George Harrison?

  • Ex chitarrista dei The Beatles (1960–1970), ha firmato classici come “Here Comes the Sun” e “Something”

  • Tra i primi interpreti a sperimentare il sitar nel rock e a fondere sonorità orientali con il pop–rock occidentale.

  • Ha proseguito con una carriera solista di successo e collaborazioni prestigiose.

✨ Un’amicizia speciale con Gary Moore

  • Vicini di casa a Henley-on-Thames: si conoscevano da 4–5 anni e Harrison affermava che Gary “viveva vicino e lo conosceva bene” .

  • L’ha scelto per suonare il solo su Traveling Wilburys – “She’s My Baby”, lodandolo per la sua melodia e precisione:

    “Gary lives by me… He came along, it took him five minutes. It’s brilliant, great player.”

    «Gary abita vicino a me… È venuto, ci ha messo cinque minuti. È geniale, un grande musicista.»
    E:
    “He’s got a great sense of melody and improvisation….”

    «Ha un grande senso della melodia e dell’improvvisazione… .»

🎸 Contributo a Still Got the Blues (1990)

  • Harrison ha suonato slide e cori nel brano “That Kind of Woman”, scritta da lui, inserita nella versione CD dell'album .

  • La collaborazione è stata registrata nel suo studio privato e segna un momento chiave di quell’album .

🎶 Live memorabili insieme

  • L’ultima esibizione pubblica di Harrison risale al 6 aprile 1992 al Royal Albert Hall:

    • Evento pro-beneficenza per il Natural Law Party.

    • Harrison e Moore hanno suonato insieme “While My Guitar Gently Weeps”, con Ringo Starr alla batteria .

😊 Relazione personale affettuosa

  • Gary racconta Harrison come “carismatico, con senso dell’umorismo , un grande amico” .

  • Un episodio simpatico: Harrison gli mostra l'accordo di apertura di A Hard Day’s Night, lasciandolo sorpreso e divertito ,disse:

“He was like a naughty school boy… At least he showed me the chord.” «Ero come un ragazzino birichino… Almeno mi ha mostrato l’accordo.»

🏆 Perché è significativo

Dettagli di un Amicizia autentica. Non solo musica, ma vera complicità e stima reciproca. Harrison definiva Moore “un incredibile chitarrista” .h George Harrison ha arricchito Still Got the Blues con slide e armonie, elevando qualitativamente il disco .

Storia condivisa: L’ultimo grande concerto di Harrison vede Moore come guest star.

👥 Parole di stima

  • Harrison su Moore:

    “He is one of the best guitar players… he bends those strings he goes straight to the note.”

    «È uno dei migliori chitarristi… quando piega le corde va dritto alla nota.»

  • Moore su Harrison (Planet Rock):

    “From him I’ve learned about melody a lot… his slide playing was amazing.”

    «Da lui ho imparato molto sulla melodia… il suo modo di suonare con lo slide era incredibile.»

✅ In sintesi

George Harrison non è solo un guest star, ma un testimone di stima e amicizia in Still Got the Blues. Il suo contributo arricchisce la dimensione emotiva e conferisce ulteriore valore storico all’album di Gary Moore, consolidando un capitolo musicale di rara sintonia tra due icone della chitarra.